L’ergastolo della patente e l’omicidio stradale
Ergastolo della patente è la colorita espressione che sta ad indicare il divieto a vita di guidare. È la nuova pena al vaglio del Governo, come misura accessoria per chi si sia macchiato del reato di omicidio colposo, quando il fatto sia derivato da un uso imprudente del proprio veicolo. Ancora una volta, quindi, si ricorre molto discutibilmente all’inasprimento delle pene, anziché alla prevenzione, al controllo e alla messa in sicurezza delle strade. È previsto, infatti, che entro la fine del mese di gennaio del nuovo anno, sia varato un nuovo piano di riforme sulla giustizia, con cui sarà introdotto il reato di omicidio stradale, con rito direttissimo nei casi in cui dai rilievi del sinistro emerga con chiarezza la dinamica dell’incidente e la relativa attribuzione delle responsabilità.
I prossimi giorni, quindi, ci riveleranno se è semplicemente l’ennesimo annuncio populistico, dettato da una classe politica che pensa di giorno a come riempire le carceri e di sera a come svuotarle, per offrire in pasto agli elettori, a fasi alterne, abbondanti dosi di giustizialismo o di garantismo, secondo i gusti di ciascuno, per ottenere il medesimo effetto: un po’ di clamore mediatico, qualche titolo in prima pagina…e nessun risultato concreto. Restiamo il paese della tolleranza zero, degli indulti, dei condoni e delle amnstie. Chi oggi parla dell’ergastolo della patente e del reato di omicidio stradale, domani verrà a raccontarci di aver a cuore le impietose condizioni delle carceri italiane. A ricca spesa dei contribuenti, oggi ti arresto, ti incrimino e ti condanno, per il gaudio ed il plauso dei forcaioli, dei parenti delle vittime di turno e delle associazioni di categoria; domani ti scarcero, ti annullo prima la condanna e poi la pena, per il gaudio ed il plauso dei giustizialisti, dei condannati di turno e delle (solite) associazioni di categoria. Ad alcuni potrà sembrare incoerenza, ad altri bieco populismo pre o post elettorale: senza che né gli né gli altri abbiano sbagliato.