Multe Via Portonaccio: documenti esclusivi (il Comune sapeva)

Nelle settimane e nei mesi scorsi, il Comune di Roma ha fatto bingo con le multe sulla corsia preferenziale di Via del Portonaccio: le richieste d’assistenza ricevute dai cittadini della capitale sono diverse migliaia. Come è possibile che su uno stesso tratto di strada così tante persone infrangano lo stesso divieto, varcando la soglia della corsia preferenziale? In realtà chiunque sia del posto conosce la pura e semplice verità: la corsia preferenziale non era per niente segnalata. Dall’oggi al domani sono state installate le telecamere, senza che la cittadinanza ne fosse a conoscenza.
 
Quel che è successo poi è storia nota: a distanza di un paio di mesi intere famiglie sono state letteralmente messe in ginocchio, scoprendosi indebitate con il Comune di Roma, chi per centinaia e chi per migliaia di euro. Per molti, infatti, Via del Portonaccio faceva parte di un percorso obbligato e quando hanno ricevuto la prima multa hanno scoperto di averne altre decine in attesa di essere solo notificate.La nostra redazione ha fatto qualche ricerca più approfondita e sono venuti alla luce due documenti sconcertanti, come dimostrano la consapevolezza con cui l’Amministrazione Capitolina ha continuato (e continua tutt’ora) a pretendere il pagamento delle multe rilevate in Via del Portonaccio, malgrado fosse a conoscenza fin da subito di non aver adeguatamente segnalato il divieto.

Il primo documento che vi proponiamo è la mozione n. 50 del 27.06.2017 con cui il consiglio comunale dava atto che:
“la decisione di ripristinare la corsia preferenziale non è stata adeguatamente pubblicizzata ai cittadini”
e che:
“la segnaletica non appare adeguata ad indicare ai veicoli che quel tratto di strada è ormai una preferenziale; – pertanto, moltissimi veicoli sono stati multati nei giorni scorsi a causa di questo scarsa pubblicizzazione e segnalazione della preferenziale di via di Portonaccio”

Su queste basi, l’assemblea chiedeva che la Sindaca e la Giunta valutassero “la possibilità di revocare in autotutela tutte le contravvenzioni”.

È cosa nota, tuttavia, che l’invito è stato ignorato e Roma Capitale ha continuato a pretendere il pagamento delle multe, malgrado la loro conclamata illegittimità.

Ma non basta. Sulla stessa questione è tornata la stessa Polizia Municipale di Roma Capitale con una nota del 21.07.2017, a firma del Vice Comandante Antonio di Maggio, il quale dichiarava, alla luce di un sopralluogo personalmente effettuato, di aver rilevato la perdurante insufficienza della segnaletica di divieto.

I due documenti non lasciano spazio ad alcun dubbio: l’amministrazione sapeva e ha ugualmente deciso di pretendere che i cittadini pagassero multe malgrado fossero oggettivamente da annullare.

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