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Presentare un ricorso al Prefetto contro una multa per violazioni del Codice della Strada può essere una strategia valida per contestare una sanzione, ma è importante essere consapevoli delle possibili conseguenze in caso di rigetto. Uno degli effetti principali del rigetto è l’aumento dell’importo della sanzione pecuniaria. In questo articolo approfondiremo cosa accade esattamente se il Prefetto decide di respingere il ricorso, quali sono le implicazioni economiche e come si può eventualmente proseguire la contestazione.
Raddoppio della Sanzione Pecuniaria: Cosa Significa?
Quando il Prefetto rigetta il ricorso, l’importo della sanzione pecuniaria indicato nel verbale iniziale raddoppia automaticamente. Questo significa che, se ad esempio la multa iniziale era di 100 euro, in caso di rigetto il nuovo importo da pagare sarà di 200 euro. È importante sottolineare che questo raddoppio riguarda esclusivamente l’aspetto economico della sanzione e non coinvolge altre misure come la decurtazione dei punti dalla patente. Inoltre, il raddoppio non riguarderà anche le spese vive e i costi di notifica (che spesso vengono strumentalmente inseriti dai comandi di polizia per gonfiare gli importi da escutere!).
I Punti della Patente Rimangono Invariati
Uno degli aspetti più importanti da chiarire riguarda la decurtazione dei punti dalla patente. Anche in caso di rigetto del ricorso e raddoppio della multa, i punti sottratti restano invariati. Questo significa che se la violazione contestata prevede la sottrazione di punti, il numero di punti indicato nel verbale non cambierà, indipendentemente dall’esito del ricorso.
Per esempio, se la multa originaria prevede la decurtazione di 3 punti dalla patente, il rigetto del ricorso non porterà mai a una decurtazione maggiore. I punti stabiliti nel verbale rimangono fissi, e la procedura di ricorso non può in alcun modo influire negativamente su questo aspetto.
Raddoppio della Sanzione e Implicazioni Economiche
Il raddoppio della sanzione pecuniaria può avere un impatto significativo, soprattutto quando si tratta di infrazioni che prevedono multe elevate, come il superamento dei limiti di velocità di oltre 40 km/h o la guida sotto l’influenza di alcol. In tali casi, l’importo originario può essere già sostanzioso e, con il rigetto del ricorso, diventare notevolmente più oneroso.
Cosa Fare Dopo il Rigetto: Ricorso al Giudice di Pace
Nel caso in cui il Prefetto respinga il ricorso, il ricorrente non è obbligato ad accettare passivamente il raddoppio della sanzione. È infatti possibile presentare un ulteriore ricorso al Giudice di Pace, che rappresenta un secondo livello di contestazione. Il termine per impugnare la decisione del Prefetto è di 30 giorni dalla notifica del rigetto.
Il ricorso al Giudice di Pace offre una nuova opportunità per difendere le proprie ragioni, e il giudice ha il potere di:
- Annullare la multa: Se ritiene fondati i motivi del ricorrente, il Giudice di Pace può decidere di annullare il verbale, esonerando completamente il ricorrente dal pagamento della sanzione.
- Ridurre l’importo della sanzione: Anche se il verbale non viene annullato, il giudice può ridurre l’importo della multa, riportandolo al livello originario (prima del raddoppio dovuto al rigetto del Prefetto).