Il contributo unificato e la marca da bollo per il ricorso

C’era una volta in cui, prima del lontano 2010, per i ricorsi innanzi al Giudice di Pace contro le ingiunzioni amministrative non c’era alcuna spesa da sostenere.
Dal 2010 in poi, invece, è stato introdotto l’obbligo di acquistare il contributo unificato anche semplicemente per contestare una multa.

Che cos’è il contributo unificato

Per dirla in breve è un tributo che si versa allo Stato per sostenere i costi necessari che ciascuna causa comporta. In altri termini è una tassa, come quelle che siamo tristemente abituati a pagare, ogni qual volta che, per qualche adempimento burocratico sono richieste marche da bollo o bollettini da pagare.

Quanto costa il contributo unificato

Il contributo unificato non ha un costo fisso, poiché è da versare, secondo scaglioni, in misura proporzionale al valore della causa da iscrivere, cioè in base all’importo della multa o dell’ordinanza prefettizia che si vuole impugnare. Nel caso in cui con un medesimo ricorso si intendano contestare più multe, il valore della causa andrà determinando sommando l’importo di ciascuna multa.

Lo scaglione minimo è di 43,00 euro e si applica a tutte le cause aventi valore non superiore al 1.100,00 euro. Nel caso in cui l’ammontare complessivo delle sanzioni comminate dai verbali oggetto di contestazione ecceda il limite di 1.100,00 euro, il contributo unificato sarà da corrispondere nella misura di 98,00 euro.

La marca da bollo

Oltre al contributo unificato, si dovrà anche pagare la marca da bollo da 27,00 euro per i diritti di cancelleria. Per la marca da bollo vale quanto appena detto per il contributo unificato.
Fortunatamente, con nota del 28.9.10, il Ministero della Giustizia ha dichiarato che la marca da bollo è dovuta solo per le opposizioni alle sanzioni amministrative il cui valore sia superiore a 1.033,00 euro.
In calce al ricorso, ai fini della corretta iscrizione a ruolo, è sempre opportuno indicare il valore della causa e la misura del ricorso versato.

Come si effettua il pagamento del contributo unificato

Fino a prima del 2023, per acquistare il contribuito unificato bastava recarsi presso un qualsiasi rivenditore di valori bollati (per dirla in termini semplici, bastava andare in tabaccheria). Purtroppo non è più così.

L’informativa ufficiale, che non possiamo esimerci dal citare testualmente, prevede che da oggi in poi il pagamento sia effettuato secondo una delle seguenti modalità:

  • online tramite il Portale Servizi Telematici (PST), sia nella sezione ad accesso riservato che nella sezione pubblica;
  • online presso un Punto di accesso (PdA);
  • tramite canali fisici oppure online messi a disposizione da istituti bancari: sportelli fisici, strumenti di home banking per PagoPa, App IO

Detta così sembra una cosa complicata, ma in realtà è semplicissimo e non ci vorranno più di un manciata di secondi per effettuare il pagamento.

Soffermiamoci in particolare sulla prima modalità di pagamento, tra quelle in precedenza citate, che consentirà di portare a termine l’acquisto semplicemente utilizzando la propria carta di credito.

Procediamo per step e per immagini, così che tutto risulti più chiaro.

Per prima cosa ci si dovrà collegare a questa pagina:

https://servizipst.giustizia.it/PST/it/pagopa_altripag.wp

…e cliccare sul link + Nuovo pagamento posta in alto a sinistra

Nella pagina successiva, attraverso i menù a discesa, si dovrà selezionare, sotto la voce “tipologia”, l’opzione “Contributo unificato e/o Diritti di cancelleria”.

Nei due campi inferiori, si dovrà selezionare l’ufficio del Giudice di Pace presso il quale verrà presentato il ricorso, indicando prima il “Distretto” e poi l’Ufficio Giudiziario (il Distretto, corrisponde a quelle che comunemente chiamiamo provincie).  

Immaginiamo che si intenda contestare una multa ricevuta dal Comando di Polizia Municipale di Cassino: alla voce distretto si dovrà indicare Roma (Cassino e in provincia di Roma) e alla Voce Ufficio Giudiziario si dovrà scorrere il menù a discesa fino a trovare Giudice di Pace – Cassino.

Resterà, infine, da completare la compilazione del modulo on line, indicando il Nominativo pagatore e il suo codice fiscale. Il pagatore è chi in quel momento sta effettuando l’operazione e non deve necessariamente coincidere con il ricorrente, né con l’intestatario della carta di credito che si utilizzerà per effettuare il pagamento.

 

Scorrendo la pagina e saltando tutti i campi opzionali, dovremo “flaggare” la casella Contributo unificato e inserire l’importo necessario. Attenzione a separare i centesimi con il punto e non con la virgola.

Ricorda che:

  • Quando oggetto della contestazione sono multe o ordinanze prefettizie il cui ammontare complessivo è inferiore a 1.100,00 euro, l’importo del contributo unificato sarà di 43,00 euro.
  • Per multe di valore superiore ai 1.100,00 euro, l’importo del contributo unificato sarà di 98,00 euro. 

Alla voce causale, non si dovrà fare altro che seguire il suggerimento trascritto tra parentesi e, quindi, seguendo il nostro esempio, dovremo inserire: 

Mario Rossi – Comune di Cassino – ricorso

Nel caso in cui il valore delle multe oggetto di contestazione sia superiore ai 1.033,00 euro, oltre al contributo unificato, sarà necessario pagare anche la marca da bollo da 27,00 euro.

Solo in questi casi, si dovrà, quindi, flaggare anche la casella “diritti di cancelleria” e scrivere nel campo sottostante 27.00 (ancora una volta separando i centesimi col punto). Nell’ultimo campo sarà sufficiente ripetere la stessa causale inserita in precedenza.

Quando tutto sarà completato non dovremo fare altro che effettuare sul tasto “paga subito”

Nella pagina successiva, il sito restituirà un codice univoco associato al pagamento e un riepilogo dell’ordine.

Per proseguire sarà necessario cliccare ancora una volta sul tasto invia

Siamo quasi giunti alla fine. A questo punto il sistema chiederà come l’utente desidera autenticarsi. Chi ha spid potrà utilizzare le relative credenziali. Chi ne fosse sprovvisto, potrà scegliere l’opzione Entra con la tua mail

Immaginiamo di non avere SPID e proseguiamo con la mail.

Dopo aver inserito il proprio indirizzo mail, resterà da scegliere la modalità di pagamento preferita tra quelle disponibili: carta di credito,  Conto corrente o altri metodi di pagamento.

Seguiamo nel nostro esempio, la via del pagamento con carta di credito, per approdare finalmente nella pagina conclusiva, in cui il sistema ci chiederà di inserire le credenziali per la transazione.

Quando il pagamento sarà completato, il sistema mostrerà il messaggio di conferma e, nel giro di qualche secondo, una mail sarà inviata anche all’indirizzo indicato nei passaggi precedenti.

Come recuperare la ricevuta del pagamento

Adesso che abbiamo effettuato il pagamento, dobbiamo recuperare la ricevuta da allegare al ricorso.

Per recuperare la ricevuta dovremo ancora seguire due ultimi passaggi.
Per prima cosa dovremo collegarci alla casella di posta elettronica inserita in fase di compilazione e dovremo aprire la mail ricevuta da pagoPA.
Questo è un esempio della mail inviata da pagoPA

Da questa mail dovremo prendere nota del codice alfanumerico IUV.

Adesso, dovremo tornare sulla pagina iniziale, questa: 

https://servizipst.giustizia.it/PST/it/pagopa_altripag.wp

Ci ritroveremo di fronte alla stessa schermata che abbiamo raffigurato all’inizio di questa guida, con la differenza che non dovremo cliccare sul link nuovo pagamento, ma dovremo compilare i due campi sottostanti, del codice fiscale del pagatore e dell’identificativo del pagamento. Il codice fiscale dovrà essere quello che abbiamo inserito in precedenza; l’identificativo del pagamento, dovrà essere il codice IUV che avremmo annotato dalla mail in precedenza.

Quando avremo cliccato sul tasto esegui ricerca, nella tabella sottostante comparirà la riga relativa alla ricevuta da scaricare.

Per scaricare la ricevuta occorrerà cliccare sull’icona che compare sotto la colonna promemoria. Si tratterà di un file pdf da stampare e allegare in un’unica copia al ricorso.

In caso di deposito telematico, sarà invece necessario allegare la ricevuta sotto forma di file xml, come illustrato nell’immagine che precede.

La ricevuta avrà questo aspetto.

In conclusione

In conclusione, tirando le somme, è evidente che pagare anticipatamente 43,00 euro per contestare un verbale la cui sanzione è magari di poco superiore, per il cittadino non è un grande affare. La norma rappresenta un’evidente limite al diritto di difesa costituzionalmente garantito, e per questo è auspicabile che presto o tardi la Corte Costituzionale voglia esprimersi in merito, dichiarandone l’illegittimità.

Nota bene:

Il valore del contributo unificato e della marca da bollo da apporre al ricorso possono subire delle variazioni nel corso del tempo…ed è improbabile che tendano a diminuire! Ci impegneremo a mantenere costantemente aggiornato quest’articolo, ma è bene, quindi,  sempre informarsi sui valori attuali, che potrebbero purtroppo aumentare dopo la pubblicazione di quest’articolo.

Condividi
Avv. Alberto Russo
Avv. Alberto Russo
Articoli: 511

Un commento

  1. Chiedo conferma su documenti da allegare, consistente in ben:
    4 copie del ricorso
    4 copie dell’atto impugnato
    oltre allo stesso atto impugnato in originale.
    Il valore della causa è riferita alla somma complessiva ingiunto dal Prefetto che ha respinto il ricorso? Grazie

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Molto buono

4s

Sulla base di 422 recensioni su