Che fine fanno i proventi dalle multe?

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Credete davvero che quello delle multe sia un business da milioni di euro? Vi sbagliate, perché si parla non di milioni, ma di miliardi: tre per la precisione. A tanto ammonta la cifra complessivamente stimata dall’Osservatorio Nazionale sulle sanzioni da Codice della strada, istituito presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (fonte: ilsole24ore.com).

Beh si tratta di una cifra importante e dovrebbe essere abbastanza per aver strade sicure, ben illuminate, prive di buche. Come mai, invece, ci troviamo a girare per strade che sembrano essere state appena bombardate, che a guardarle quelle di Gaza o Kiev sembrano avere un aspetto familiare?! 

la risposta che non c’è

La risposta a questa domanda la troviamo nell’art. 208 del Codice della Strada, anzi è lì che la dovremmo trovare, ma in realtà non c’è…come i nostri soldi dopo aver pagato tre miliardi di multe all’anno.

Se volete leggere il testo integrale dell’art. 208 ve lo incolliamo qui alla fine, ma per i meno coraggiosi la sintesi è questa: 

  • Per le multe statali, lo Stato deve devolvere l’80% totale annuo per “studi, ricerche e propaganda ai fini della sicurezza stradale“. Un altro 7,5% deve essere speso per “favorire l’impegno della scuola pubblica e privata nell’insegnamento dell’educazione stradale e per l’organizzazione dei corsi per conseguire il certificato di idoneità alla conduzione dei ciclomotori“. Del restante 12,5% non è specificata la destinazione (ovvero saranno destinati alla fiscalità generale).
  • Per le multe emesse dagli enti locali, invece, è ben il 50% del ricavato a non avere nessuna specifica finalità, con la conseguenza che andrà semplicemente ad ingrassare il bilancio comunale. 

Tutto ciò a tacere della circostanza che non esista al momento attuale un organo di vigilanza che verifichi che questa distribuzione sia esattamente rispettata.

Non citiamo singole amministrazioni municipali, ma il dissesto delle nostre strade è assolutamente evidente, così come è evidente che parlare di “autovelox per garantire la sicurezza stradale” non sta proprio più in piedi.

Il malcostume dietro le multe

Questo mal costume si traduce in cifre se guardiamo alle multe e a quanto costano per ciascun cittadino, ma è ancora più evidente se guardiamo al rapporto che abbiamo con gli stessi organi istituzionali. Anche a voler mettere da parte gli odiati autovelox, è ormai scontato nella mentalità che siamo stati portati ad acquisire che gli agenti di polizia municipale (i così detti vigili urbani) servano solo a quello, a scovare l’auto parcheggiata mezzo centimetro fuori dalla riga per infilare il preavviso di accertamento sotto il tergicristallo…come se in qualche modo ciò fosse di supporto alla collettività.

È in questo contesto che, pur condannando chi negli ultimi tempi si diletta ad abbattere autovelox a colpi di flex, non può negarsi che anche questi atti di vandalismo siano espressione di un disagio, di un diffuso malcontento, verso uno stato di cose che così è e non pare destinato a cambiare in alcun modo.

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