Da oltre sei mesi Ricorsi.net lavora al fianco degli automobilisti, non solo esaminando i verbali e le multe da loro ricevute, ma raccogliendone gli sfoghi e le proteste. Racconti di quotidiana ingiustizia, dove ad interpretare il ruolo dell’ “arrogante gradasso” sono le Istituzioni.
Dall’esperienza che abbiamo maturato sul campo, ne esce uno spaccato d’Italia deprimente, in cui l’indignazione cede, giorno dopo giorno, il passo alla rassegnazione di vivere in un paese le cui istituzioni fanno della viabilità e, soprattutto, della sicurezza stradale un business su cui lucrare.
Le realtà a cui riferirsi sono tante e, se volessimo stilare un elenco, questo breve articolo diventerebbe interminabile.
Sappiamo già che i mesi a venire saranno mesi “salati” per chi ha trascorso le sue vacanze in quei piccoli paesini di mare dove la sosta è consentita solo a 10 km di distanza dal lungomare, o le ha concluse con grandi traversate in autostrada accelerando e decelerando al ritmo degli autovelox. Sappiamo la fatica che costa viaggiare senza traffico per 50 km su una superstrada a tre corsie a 45 km/h per non sforare il limite e non essere immortalati dai dispositivi ai margini della carreggiata. Sappiamo che se le istituzioni volessero garantire maggiore sicurezza stradale investirebbero i loro (i nostri!) soldi nella manutenzione stradale, nella ultimazione dei cantieri, nell’ammodernamento della segnaletica e non nell’acquisto o noleggio di strumenti di rilevazione tecnologicamente sempre più avanzati e costosi (ma non per questo necessariamente più precisi). Sappiamo che la Salerno – Reggio Calabria è una ferita che da troppi anni sanguina nel nostro tessuto autostradale, che i limiti di velocità imposti sulle strade statali sarebbero inadeguati anche se viaggiassimo trascinati da un bue e che spesso, tra rimetterci la multa o la frizione, preferiamo regalare i nostri soldi al meccanico. Sappiamo che in certi comuni di periferia il manto stradale fa invidia alle piste di motocross e che una curva non adeguatamente segnalata può mietere più vittime di un’auto che sfrecci a 60 km/h in mezzo al deserto.
Per questo, per una volta, vogliamo essere noi a chiedere l’aiuto dei nostri utenti: inviateci materiale per descrivere e documentare queste realtà. Scritti, fotografie, video e tutto quanto possa servire a risvegliare quel comune e sano senso dell’indignazione a cui ci stiamo disabituando.
Il materiale che con il Vostro aiuto (e con il vostro sdegno) speriamo di raccogliere sarà allegato ad una lettera aperta che pubblicheremo e segnaleremo all’attenzione delle autorità competenti.
Per cambiare le cose o, almeno, per perdonarci di non esserci riusciti se almeno ci avremo provato.
Aiutaci a diffondere questo messaggio, pubblicando i seguenti banner negli spazi a tua disposizione, nel tuo blog, nel tuo sito, nella tua firma.