Aumento del contributo unificato a 43,00 euro

La Giustizia è un malato terminale che richiede costi sempre più gravosi per prolungare la propria agonia.
Non può ragionarsi in termini diversi per commentare la notizia del giorno: l’aumento del contributo unificato a 43,00 euro.
Per chi non lo sapesse il contributo unificato è una specie di marca da bollo che si acquista in tabaccheria (presso rivenditori di valori bollati) e che va pagata per iscrivere una causa, sia innanzi al tribunale che innanzi al Giudice di Pace. Il contributo unificato si paga in misura proporzionalmente maggiore al variare del valore di una causa.

Per la materia che qui ci riguarda (i ricorsi contro le multe), è opportuno, quindi, chiarire che il contributo unificato si versa solo quando il ricorso è presentato innanzi al Giudice di Pace e non al Prefetto (il ricorso al Prefetto è , infatti, un ricorso amministrativo e resta esente da spese).

Ci interessa, inoltre, concentrarci sugli scaglioni minimi, quelli che il loro basso valore di riferimento, si applicano ai ricorsi contro e multe: quando il valore complessivo della causa (ovvero delle multe da contestare) non eccede euro 1.100,00 il contributo unificato è aumentato a 43,00 (in precedenza era 37,00). Quando il valore della causa è compreso tra i 1.100,00 e il 5.200,00 il contributo unificato sarà da versare nella misura di 98,00 euro (in precedenza era di 85,00 euro).

Non si tratta di un semplice aumento, ma di una resa: lo Stato sventola bandiera bianca e si dichiara incapace di tutelare le fasce più deboli. Per far valere una pretesa risarcitoria, richiedere tutela di un qualsiasi diritto o sollevare opposizione di una multa di modesto importo, il cittadino è tenuto preventivamente a versare ben 43,00 euro, ovvero poco più o poco meno dell’ammontare di quella che potrebbe essere la sua domanda. Poniamo il caso di una multa per divieto di sosta, la cui sanzione è inferiore ai quaranta euro: per chiederne l’annullamento il ricorrente dovrà pagare un contributo unificato superiore all’importo della multa stessa.

Quella che fa sorridere è la ragione giustificatrice di quest’aumento: contenere il minore gettito proveniente dall’introduzione del processo telematico. Prima i nostri politicanti hanno sventolato la bandiera del processo telematico, come una rivoluzione che avrebbe reso più efficiente la giustizia e ne avrebbe abbattuto i costi. Adesso, per recuperare il minor gettito aggravano il contributo unificato. Siamo al paradosso. Una giustizia che costa più dei diritti che dovrebbe tutelare, sarà almeno rapida ed efficiente? C’è qualcuno che in coscienza può giudicare rapida ed efficiente la giustizia in Italia?
Alla vigilia di nuove elezioni c’è sempre chi promette di togliere l’imu, chi pensa a restituirla e chi acquista voti in cambio di 80,00 euro in busta paga. Il tempo di infilare la scheda nell’urna e riprendono i rincari, gli aumenti e gli aggravi. Dove non c’è Giustizia e dove la cosa pubblica è amministrata in questo modo, non c’è dignità.

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