Da oltre dieci anni, ogni settimana il nostro ufficio legale “sforna” circa un centinaio di ricorsi. Per la maggior parte si tratta di ricorsi accolti e ormai questa non è più una notizia, ma un dato a cui siamo felicemente abituati (come testimoniano i feedback che riceviamo dai nostri associati).
Fa, invece, notizia la recente ordinanza della Prefettura di Forlì Cesena che, nell’accogliere il nostro ricorso, si sofferma sulla formula utilizzata dal comando di polizia per giustificare l’omessa contestazione immediata dell’infrazione.
La multa
Partendo con ordine, il verbale originario riguardava una multa per eccesso di velocità emessa dal comando di polizia dell’Unione dei Comuni della Romagna Forlivese. L’infrazione era stata rilevata mediante il dispositivo di rilevazione mobile collocato nel Comune di Meldola, presso la Strada Provinciale n. 4, la così detta Bidentina (o strada provinciale del Bidente).
Come quasi sempre avviene, l’infrazione non è stata contestata immediatamente all’automobilista, ma gli è stata notificata a casa mediante la consueta odiatissima busta verde.
Per giustificare l’omessa contestazione immediata, gli agenti di polizia hanno utilizzato una delle solite formule di stile, vista e rivista già in milioni di verbali. La formula recita così:
La violazione non è stata contestata immediatamente in quanto l’accertamento della violazione è stato effettuato per mezzo di apposito apparecchio di rilevamento della velocità gestito direttamente da questo organo di polizia stradale che consente la determinazione dell’illecito in tempo successivo, poiché il veicolo oggetto di rilievo è già a distanza dal posto di accertamento o comunque nell’impossibilità di essere fermato in tempo utile o nei modi regolamentari.
Tralasciando il pessimo italiano, la punteggiatura omessa e la discordanza della temporaneità dei verbi, è evidente che il verbale non chiarisce assolutamente quale sia stata la ragione che abbia impedito concretamente di intimare l’alt all’automobilista. Anzi, di ragioni sembrerebbe di individuarne tre buttate lì nel mezzo della frase scriteriata, senza, tuttavia, poter individuare quale sia quella effettiva.
Ai non addetti ai lavori, potrebbe sembrare un cavillo di poco conto, ma in realtà non è così. Il Codice della Strada (all’art. 200) prevede, infatti, espressamente che la contestazione immediatamente dell’infrazione sia obbligatoria e che nel verbale siano sempre indicate le ragioni che l’abbiano resa occasionalmente impossibile. Le motivazioni devono, quindi, essere reali e calate nel contesto attuale.
L’ordinanza del prefetto
Come dicevamo, così l’ha pensata anche la Prefettura di Forlì – Cesena, la cui ordinanza di accoglimento del ricorso recita così:
nel caso in esame, preso atto anche del verbale d’intervento dal quale emerge che non è stata effettuata alcuna contestazione immediata sull’eccessiva velocità si ritiene che il solo riferimento all’impossibilità di fermare l’auto ricorrendo i presupposti di cui all’art. 201, c. 1 bis, lett. E del CdS, in assenza dell’indicazione di ulteriori motivi ostativi non sia sufficiente a provare l’effettiva difficoltà a contestare la violazione in tempo reale.
Su queste righe sono necessarie almeno tre considerazioni:
- la prima, vale a sfatare il mito che nelle nostre Prefetture nessuno si occupi di leggere i ricorsi e che siano, quindi, tutti destinati ad essere rigettati o accolti per silenzio assenso.
- La secondo non può che essere un plauso verso il materiale estensore del documento, per la sensibilità con cui ha operato la sua valutazione, volta a rinnegare l’abuso di formule di stile e scappatoie linguistiche.
- In ultimo c’è da ragionare sulle sorti dei numerosi altri verbali redatti dal comando di polizia dell’Unione dei Comuni della Romagna Forlivese: tutti, alla stessa maniera indistintamente, giustificano l’omessa contestazione immediata mediante la stessa maldestra motivazione che abbiamo riportato qualche riga più su. Ci sarà, quindi, da aspettarsi un accoglimento in massa dei relativi ricorsi? Vi terremo aggiornati!
Intanto qui a seguire pubblichiamo copia dell’ordinanza.