Dagli accertamenti effettuati dagli agenti della Guardia di Finanza è, inoltre, risultato che sui verbali emessi dalle amministrazioni incriminate venivano spesso riportati numeri di matricola diversi da quelli dei dispositivi effettivamente utilizzati. Ciò consentiva di preservare l’apparente validità dei verbali emessi e allo stesso tempo di continuare ad utilizzare autovelox non correttamente funzionanti o magari già sottoposti ad attività di sequestro.
Come difendersi: per chi non ha ancora pagato le sanzioni e non abbia ricevuto la notifica dei verbali da oltre sessanta giorni, il consiglio più semplice è quello di fare ricorso al Giudice di Pace. Ogni volta non si sia pienamente convinti di aver effettivamente commesso l’infrazione contestata, è opportuno chiedere nel ricorso che le amministrazioni dimostrino, con onere della prova a loro carico, di aver presegnalato gli autovelox in conformità alle condizioni dettate dalla legge (il decreto legge Bianchi detta infatti precise condizioni); che dimostrino, inoltre, di aver utilizzato i dispositivi in modo conforme a quanto prescritto dai relativi decreti di omologazione e che producano originali o copie autentiche dei certificati attestanti la taratura degli autovelox, nonchè delle verifiche di funzionamento (generalmente prescritte con cadenza annuale dagli stessi decreti di omologazione). Infine, è opportuno preliminarmente contestare tutta la documentazione e le attestazioni eventualmente prodotte qualora risultino emesse dalle stesse società produttrici o distributrici degli impianti di rilevamento. Tali attestazioni devono essere, infatti, necessariamente prodotte da enti che assolvano a tali funzioni di garanzia senza, pertanto, intrattenere rapporti commerciali con le amministrazioni nè avere interessi economici nell’elevazione dei verbali.
Per maggiori dettagli e per un esame gratuito e non vincolante dei verbali ricevuti, inviatecene una foto o una scansione all’indirizzo info@ricorsi.net
Qui a seguire la lista completa, regione per regione, dei comuni coinvolti nell’inchiesta:
Gagliano Aterno (AQ) – Tufillo (CH) – Crognaleto (TE) – Isola del Gran Sasso d’Italia (TE) – Montorio al Vomano (TE)
CALABRIA
Fagnano Castello (CS) – Santa Caterina Albanese (CS) – Terranova da Sibari (CS) – Platania (CZ) – Bruzzano Zeffirio (RC) – Bagnara Calabra (RC) – Camini (RC) – Candidoni (RC) – Maropati (RC) – San Ferdinando (RC) – Filandari (VV) – Joppolo (VV) – San Calogero (VV)
CAMPANIA
Altavilla Irpina (AV) – Baiano (AV) – Cervinara (AV) – Lauro (AV) – Pago del Vallo (AV) – Pietradefusi (AV) – Prata di Principato ultra (AV) – Sant’Andrea di Conza (AV) – Bonea (BN) – Campolattaro (BN) – Fragneto l’Abate (BN) – Ciorlano (CE) – Pratella (CE) – Pietravairano (CE) – Rocca d’Evandro (CE) – Sant’Angelo Alife (CE) – Vico Equense (NA) – Atena Lucana (SA) – Roccagloriosa (SA) – San Pietro al Tanagro (SA) – San Rufo (SA) – Sant’Arsenio (SA) – Sapri (SA) – Serre (SA)
EMILIA ROMAGNA
Lugagnano Val d’Arda (PC)
LAZIO
Supino (FR) – Vico nel Lazio (FR) – Nerola (RM) – Sant’Angelo Romano (RM)
LOMBARDIA
Acquafredda (BS) – Pescarolo ed Uniti (CR) – Senna Lodigiana (LO) – Aicurzio (MB) – Commessaggio (MN) – Brezzo di Bedero (VA)
MARCHE
Monte San Vito (AN)
MOLISE
Cerro al Volturno (IS)
PIEMONTE
Fubine (AL) – Vinzaglio (NO)
PUGLIA
Poggiorsini (BA) – San Paolo di Civitate (FG) – Gagliano del Capo (LE) – Montemesola (TA)
SICILIA
Montedoro (CL) – Maniace (CT) – Santa Maria di Licodia (CT) – Militello Rosmarino (ME)
TOSCANA
Sambuca Pistoiese (PT)
UMBRIA
Bevagna (PG) – Castel Ritaldi (PG) – Montefalco (PG)
VALLE D’AOSTA
Aymavilles (AO)