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In tutti i casi in cui una raccomandata venga recapitata e il messo notificatore non riesca a consegnare il plico direttamente al destinatario, è comunque possibile lasciarlo a uno dei soggetti indicati dalla legge (ad esempio, un familiare convivente, un addetto alla ricezione, un vicino di casa o il portiere dello stabile). Ma cosa accade se nessuno di questi soggetti è reperibile? In tal caso, la notifica della raccomandata (che può contenere anche un verbale o un atto giudiziario) potrà comunque perfezionarsi.
Infatti, in situazioni simili, il messo notificatore deve lasciare nella cassetta delle lettere il cosiddetto avviso di giacenza, comunicando al destinatario il luogo (spesso la casa comunale) in cui l’atto potrà essere ritirato.
Ritirare l’atto e la possibile sanatoria dei vizi
Ritirare l’atto può significare sanare eventuali vizi di notifica.
Facciamo un esempio:
Tizio scopre fortuitamente che è stato lasciato un avviso di giacenza presso la sua vecchia residenza, che non è più la sua dimora attuale. La notifica, quindi, sarebbe nulla. Tuttavia, se Tizio decidesse di ritirare comunque l’atto, finirebbe per sanare il vizio di notifica e non potrebbe più utilizzarlo come motivo di contestazione.
Se l’atto in giacenza fosse, per esempio, il verbale di una multa, Tizio potrebbe preferire non ritirarlo, lasciando il pagamento in sospeso fino alla successiva notifica (probabilmente a distanza di anni) della cartella esattoriale. A quel punto, potrebbe impugnare la cartella lamentando l’omessa notifica del verbale (mai ritirato).
Il dubbio che si pone è: come può Tizio capire in anticipo se l’atto in giacenza è una multa, un atto giudiziario o una semplice raccomandata di suo interesse?
Come individuare il contenuto dell’atto dall’Avviso di Giacenza
Per prima cosa, è possibile usare il servizio “Dove Quando” sul sito di Poste Italiane, inserendo il numero riportato sotto il codice a barre. Il sistema mostrerà la provenienza dell’atto (il comune di spedizione) e la data di spedizione, anche se si inserisce una data errata: il codice è sufficiente per recuperare i dati corretti.
Inoltre, dal codice numerico sotto il codice a barre è spesso possibile capire la natura dell’atto:
- Se inizia per 670, l’atto è una cartella esattoriale (ex Equitalia, ora Agenzia delle Entrate-Riscossione).
- Se inizia per 608 o 609, proviene di solito da un ente pubblico (ad esempio INPS o Agenzia delle Entrate).
- Se inizia per 76 o 77, si tratta di un atto giudiziario, che può anche essere una semplice comunicazione di cancelleria.
- Se inizia per 12 o 13, si tratta di una raccomandata semplice.
Tempi di Giacenza della Raccomandata
- Raccomandata semplice: è possibile ritirarla presso l’ufficio postale competente entro 30 giorni dalla data indicata sull’avviso di giacenza.
- Atto giudiziario: il ritiro è consentito entro 180 giorni dalla data di giacenza.
Quando si Perfeziona la Notifica per Compiuta Giacenza
Nel caso in cui l’atto venga lasciato in giacenza e non venga ritirato, la notifica si considera perfezionata al decimo giorno dalla data di consegna dell’avviso di giacenza. In altre parole, anche se il destinatario non ritira fisicamente l’atto, dopo dieci giorni la notifica risulta comunque valida a tutti gli effetti di legge.
Per ogni altra informazione, ti raccomandiamo di seguire la guida che abbiamo pubblicato in questa pagina: come si contano i giorni per la notifica delle multe.