Quando si riceve una multa la prima domanda che ci si pone è come eventualmente fare a non pagarla. La seconda invece è: per presentare ricorso mi costerà più la multa o il compenso dell’avvocato?
A questo problema aveva posto soluzione la recente “riforma Severino” che ha espressamente previsto che il compenso dell’avvocato non possa eccedere il valore della causa. Ad esempio, se oggetto della domanda è una richiesta di risarcimento di duecento euro, il giudice nel determinare il compenso dovuto all’avvocato non potrà superare questo importo.
Recentemente, sul tema si è pronunciata la Cassazione con la sentenza n. 20203/2013.
A questo problema aveva posto soluzione la recente “riforma Severino” che ha espressamente previsto che il compenso dell’avvocato non possa eccedere il valore della causa. Ad esempio, se oggetto della domanda è una richiesta di risarcimento di duecento euro, il giudice nel determinare il compenso dovuto all’avvocato non potrà superare questo importo.
Recentemente, sul tema si è pronunciata la Cassazione con la sentenza n. 20203/2013.
Secondo i Giudici della Suprema Corte, la “riforma Severino” non si applica al caso in cui oggetto di contestazione sia un verbale per infrazione al Codice della Strada. Tali vertenze, secondo l’autorevole interpretazione della Cassazione, sono decise non secondo equità, ma secondo diritto e, pertanto, il compenso dell’avvocato andrà comunque parametrato alla particolare complessità della causa e non solo al suo valore. Tradotto in termini più semplici, rivolgersi al proprio avvocato di fiducia per contestare una multa potrà tornare costare quanto e più della multa stessa. Altrimenti c’è Ricorsi.net 😉