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Il verbale di accertamento rappresenta un titolo esecutivo. Questo significa che, se il verbale non viene opposto entro i termini di legge e la sanzione non viene pagata, l’ente accertatore ha il diritto di procedere con l’escussione coattiva del credito. In altre parole, il mancato pagamento del verbale consente all’autorità di avviare una procedura esecutiva per recuperare la somma dovuta, che può comprendere il pignoramento di beni o altre forme di recupero coattivo del credito. È quindi fondamentale prendere seriamente in considerazione la notifica del verbale e valutare attentamente se pagare la sanzione o presentare ricorso entro i termini previsti.
Se non pago la multa per presentare ricorso
Per proporre un ricorso contro una sanzione amministrativa, è necessario che non sia stato effettuato il pagamento della sanzione in misura ridotta. La “misura ridotta” corrisponde all’importo indicato nel verbale, che è destinato a raddoppiare qualora il pagamento non venga effettuato entro 60 giorni dalla notifica, o se entro tale termine non venga presentato il ricorso.
La ratio di questa disposizione è chiara: il legislatore mira a ridurre il numero delle opposizioni, considerando che il pagamento della sanzione rappresenti, di fatto, un’accettazione della stessa da parte del trasgressore, e dunque che, venuta meno la materia del contendere, il successivo ricorso sia da considerarsi improcedibile.
Gli effetti del pagamento della sanzione dopo il ricorso
In dottrina, è aperta la discussione sull’efficacia preclusiva del pagamento della sanzione, anche qualora questo avvenga dopo la presentazione del ricorso. Sebbene si tratti di un’ipotesi non molto frequente, è importante comprenderne gli effetti.
Secondo un primo orientamento, il pagamento effettuato successivamente alla proposizione del ricorso implicherebbe una rinuncia implicita al ricorso stesso, che diverrebbe dunque improcedibile. In sostanza, il pagamento esprimerebbe la volontà del trasgressore di accettare la sanzione e cessare la controversia.
Altra parte della dottrina ritiene, invece, che il pagamento posteriore non produca automaticamente effetti preclusivi, a meno che non vi sia una rinuncia esplicita al ricorso. In altre parole, il semplice pagamento non è considerato sufficiente a dimostrare la volontà del trasgressore di abbandonare la strada del contenzioso.
Cosa succede se non pago la multa?
Su questo punto è intervenuta recentemente la Corte di Cassazione, chiarendo la questione. Il Supremo Collegio ha stabilito che il pagamento successivo alla presentazione del ricorso non comporta l’inammissibilità automatica del ricorso, poiché non risponde alle esigenze di deflazione processuale previste dall’art. 203 del Codice della Strada. Secondo la Cassazione, il ricorso resta proponibile anche in presenza di un pagamento successivo, dal momento che questo non realizza l’effetto deflattivo che la norma intende perseguire.
Come comportarsi in caso di pagamento
Pertanto, se hai ricevuto un verbale di accertamento e hai già presentato un ricorso, è fondamentale valutare attentamente se procedere o meno al pagamento. Se decidi di pagare dopo aver presentato ricorso, il pagamento non annulla automaticamente la tua opposizione, ma potrebbe essere considerato un segnale di accettazione della sanzione da parte dell’autorità giudicante.