Aumenta la marca di bollo, ma non per le multe

La notizia è di poco fa e si sta rapidamente diffondendo sulla rete. Con la Legge di Stabilità appena approvata dal governo, la marca da bollo (che tradizionalmente si appone al momento di iscrivere una causa a ruolo) passa dagli otto euro attuali a ben venticinque euro…più del triplo! L’aumento, secondo le fonti ufficiali, servirà a coprire la spesa necessaria per l’assunzione di nuovi magistrati, così da rendere più celeri i processi. Intanto, non resta che constatare l’evidenza: la giustizia funziona sempre peggio, ma costa sempre di più. Chi ci governa non ha trovato migliore soluzione per diminuire il numero di cause pendenti, che scoraggiare ulteriormente l’instaurazione di nuovi giudizi. In altri termini questo significa privare il diritto dei cittadini a ottenere giustizia.

Un tempo chi vantava una pretesa assumeva tono di minaccia intimando “altrimenti ti faccio causa”. Oggi, invece, è sempre più diffusa l’espressione, pronunciata con tono sarcastico, “se non ti sta bene fammi causa”. Pare che la tendenza sia destinata a non invertirsi e che sempre più spesso preferiremo patire qualche torto, anziché far valere un diritto.

La seconda considerazione necessaria è che l’aumento riguarda solo le cause il cui valore sia superiore ai 1.100 euro. Per quel che qui ci compete, ciò significa che non sono interessati dall’incremento del valore della marca da bollo i ricorsi contro le multe (fatta eccezione per i rari casi in cui, appunto, le sanzioni cumulate tra loro raggiungano un valore eccedente il suddetto importo). Magra consolazione, ma è importante chiarirlo e ricordarlo.

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