È materia delicata la normativa che disciplina l’utilizzo e di conseguenza la legittimità dei rilevamenti prodotti dai sistemi elettronici di verifica della velocità: i cosiddetti autovelox. Da qui il tema delle multe illegittime che spesso negli ultimi anni è stato al centro di discussioni e battaglie legali tra automobilisti ed uffici preposti al ricevimento dei ricorsi e delle contestazioni. A monte della questione c’è la supposta pratica dell’utilizzo indiscriminato ed ingannevole degli autovelox – in riferimento alla corretta segnalazione della loro presenza – da parte delle amministrazioni comunali. Si tratterebbe di una strategia per aumentare la probabilità di accertamento delle infrazioni, con conseguente produzione di sanzioni e multe a carico degli automobilisti al fine di fare cassa. Questa l’accusa e l’oggetto del ricorso da parte dei molti cittadini che contestano le multe ricevute nei Comuni in cui è presente questa problematica.
A che punto siamo
C’è da dire che la normativa vigente in generale stabilisce già una serie di regole a tutela dell’automobilista affinché la cosiddetta pratica dell’autovelox selvaggio non possa essere in alcun modo esercitata. Gli autovelox possono essere installati, ad esempio, soltanto se si tratta di strade extraurbane e all’interno dei centri urbani solo in corrispondenza di effettivi punti critici a rischio alta velocità. Resta l’obbligatorietà, ribadita anche da recente pronuncia della Cassazione, la n. 4007/2022, di una segnalazione preventiva della posizione di un autovelox da parte delle Forze dell’Ordine, si tratti di postazione fissa o mobile.
Malgrado tutto ciò, è evidente che la normativa abbia bisogno di una stretta e di una più marcata ridefinizioni delle regole. Si tratta di un testo atteso da 12 anni e adesso, come annunciato dal presidente della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulla Tutela dei Consumatori, Simone Baldelli, potrebbe finalmente vedere la luce. C’è solo da sperare che l’imminente cambio di guardia al Governo del Paese, in vista delle prossime elezioni, non faccia ulteriormente slittare i piani.
Che cosa cambierebbe
Il decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dovrà di fatto regolamentare il corretto utilizzo dei dispositivi di rilevazione della velocità. La conseguenza di questo intervento è quello di disciplinare il comportamento delle amministrazioni comunali al fine di impedire loro di impiegare gli autovelox per fare cassa attraverso le multe. Gli apparecchi non potranno essere nascosti o resi poco visibili allo scopo di cogliere in fallo l’automobilista. Ma al contrario dovranno essere usati come deterrente, ben esposti e segnalati così da rappresentare un monito e un avvertimento e garantire innanzitutto la sicurezza degli automobilisti. Quello che ci si aspetta è una riduzione del numero delle multe a fronte di una diminuzione delle infrazioni. Di conseguenza, in percentuale, un abbassamento del numero di ricorsi, favorito anche da regole più precise, chiare e meno interpretabili.
È evidente che si provvederà a sistemi e regole che miglioreranno la visibilità della postazione, oggi al centro della maggior parte delle contestazioni, e ad un potenziamento della segnaletica preventiva. Inoltre i Comuni dovranno inviare al Governo una rendicontazione annuale relativa alle entrate derivanti dalle multe notificate, per effettuare analisi statistiche e pianificare strategie mirate. Prevista anche una verifica dei limiti di velocità nei tratti sottoposti a controllo, per accertarne l’adeguatezza a seconda della tipologia di strada e delle sue caratteristiche specifiche.
Nulla cambia, invece, sul fronte delle modalità di opposizione. Come sempre si potrà presentare ricorso al Giudice di Pace entro 30 giorno, o al Prefetto entro 60 giorni.