Le multe muovono soldi (tanti soldi!), e i soldi muovono il consenso politico, più di cento cartelloni elettorali e dei più lungimiranti impegni programmatici. Così la politica ricorre alle multe quando necessita di denaro pubblico da sperperare, salvo annullarle e o condonarle quando c’è da raccattare un po’ di clamore mediatico. Che vada in un verso o nell’altro a rimetterci è sempre il cittadino: con questa consapevolezza (ovvero quella di non rimetterci nulla di tasca propria) ha fatto evidentemente i conti il sindaco di Padova annunciando ai quattro venti il regalo natalizio che ha fatto ai suoi concittadini, annullando oltre centomila multe per le infrazioni rilevate dal 3 novembre fino alla fine dell’anno (…quello scorso!).
Con perfetto tempismo la notizia è stata casualmente diffusa proprio il giorno della vigilia di Natale e non c’è stata testata giornalistica che abbia trascurato l’atto di generosità. Insomma, multe come se fossero panettoni, perché “a Natale puoi”. Finita la festa resta, però, il danno erariale con cui fare i conti: l’ammanco nelle casse del Comune ammonta infatti a circa 6,5 milioni di euro, senza contare le spese sostenute dalla pubblica amministrazione tanto per l’uso dei dispositivi elettronici che hanno rilevato le infrazioni successivamente annullate, quanto per il tempo inutilmente impiegato dagli agenti di polizia municipale che vi hanno lavorato.Non meno rilevanti sono i profili di responsabilità su cui sarebbe opportuno soffermarsi: alcuna norma riconosce al sindaco di un comune la facoltà di annullare gli atti amministrativi. Potrebbero ravvisarsi gli estremi dell’abuso di potere o dell’omissione d’atti d’ufficio. In fondo a Natale siamo tutti più buoni, ma solo a Natale