Test Salivari e Rilevazione del THC: Aspetti Scientifici e Normativi

test salivari

Negli ultimi mesi, le modifiche al Codice della Strada introdotte il 14 dicembre 2024 hanno suscitato un ampio dibattito sulla rilevazione del THC attraverso test salivari. La nuova normativa ha introdotto un inasprimento delle sanzioni per chi viene trovato positivo alla presenza di sostanze stupefacenti, eliminando la necessità di una valutazione medica per attestare lo stato di alterazione del conducente. Questa misura ha sollevato interrogativi sull’affidabilità dei test utilizzati e sulla reale durata della presenza del THC nel fluido orale, come evidenziato in recenti studi pubblicati su riviste scientifiche di tossicologia forense e nei report delle autorità sanitarie competenti. Alcune informazioni diffuse risultano inesatte, come l’affermazione che il THC possa persistere nella saliva per otto giorni. In questo articolo analizzeremo nel dettaglio il funzionamento dei test salivari, le loro implicazioni normative e scientifiche e il rischio di falsi positivi.

Meccanismo e Procedure dei Test Salivari

I test salivari vengono impiegati nei controlli su strada per identificare la presenza di sostanze stupefacenti nei conducenti. Quando un agente di polizia ha fondato motivo di sospettare che un conducente possa essere sotto l’effetto di droghe, viene prelevato un campione di fluido orale per effettuare un pretest salivare. Questo test rapido ha la funzione di una prima verifica: se il risultato è negativo, il conducente viene rilasciato senza ulteriori provvedimenti. In caso di positività, viene richiesto un test di accertamento condotto in laboratorio.

Se il posto di blocco dispone di un laboratorio mobile, l’analisi viene effettuata immediatamente e l’esito è disponibile in pochi minuti. In caso contrario, il campione viene inviato a un laboratorio certificato, oppure il conducente viene accompagnato per ulteriori accertamenti. Durante questa fase, la patente viene ritirata in via preventiva per un massimo di dieci giorni, fino alla conferma dell’esito del test.

Se il test di accertamento conferma la positività al THC, vengono applicate le seguenti sanzioni:

  • Multa da 1.500 a 6.000 euro;
  • Arresto da sei mesi a un anno;
  • Sospensione della patente da uno a due anni.

A differenza della normativa precedente, l’attuale disciplina non richiede più un parere medico per confermare lo stato di alterazione psicofisica del conducente. Pertanto, anche se la persona risultasse pienamente lucida e in grado di guidare in sicurezza, la sola presenza di THC nella saliva può comportare le stesse sanzioni.

Strumenti Utilizzati per i Test Salivari

In Italia, i test salivari attualmente adottati dalle forze dell’ordine sono:

  • Sotoxa;
  • Drag Wipe.

Entrambi i dispositivi rilevano la presenza di anfetamine, benzodiazepine, cannabis (THC), cocaina, metanfetamine e oppiacei, ma non sono in grado di identificare metadone e fentanyl. Tuttavia, presentano soglie di rilevazione (cut-off) differenti:

  • Sotoxa: 25 nanogrammi per millilitro;
  • Drag Wipe: 10 nanogrammi per millilitro.

Questa differenza nelle soglie di rilevazione può portare a esiti discordanti. Ad esempio, un conducente con 15 nanogrammi di THC nella saliva risulterà negativo al test Sotoxa, ma positivo al test Drag Wipe. Attualmente, non esiste una direttiva ministeriale che imponga l’uso di un unico dispositivo, il che può portare a disparità nei controlli su strada. Alcuni reparti delle forze dell’ordine utilizzano il Sotoxa, mentre altri impiegano il Drag Wipe, con conseguenti differenze nei risultati. Secondo segnalazioni provenienti da analisi sul campo, questa variazione potrebbe influenzare la percentuale di positività riscontrata nei test effettuati in diverse regioni. In attesa di una regolamentazione uniforme, il rischio di risultati discordanti resta una questione aperta. Per uniformare i metodi di rilevazione, si attende una circolare ministeriale che stabilisca criteri chiari sull’uso dei test salivari.

Durata della Presenza del THC nella Saliva

La permanenza del THC nella saliva varia in base a numerosi fattori:

  • Frequenza e modalità di consumo (occasionale o abituale);
  • Quantità di THC assunto;
  • Metabolismo individuale;
  • Dieta e livello di idratazione.

Gli studi scientifici suggeriscono che il THC scende sotto i 10 nanogrammi per millilitro – quindi al di sotto della soglia di rilevazione del Drag Wipe – entro 24 ore, spesso già entro 12 ore. L’idea che possa rimanere rilevabile per otto giorni è infondata e deriva da un’interpretazione errata di uno studio del 2014 pubblicato sul Journal of Analytical Toxicology, che riportava un singolo caso con tracce minime di THC dopo otto giorni, su un campione limitato e con concentrazioni inferiori alla soglia di rilevabilità.

Possibili Falsi Positivi nei Test Salivari

Alcuni farmaci e sostanze potrebbero teoricamente causare falsi positivi nei test salivari. Tuttavia, le evidenze scientifiche dimostrano che paracetamolo e ibuprofene non alterano i risultati dei test salivari. L’unica eccezione riguarda farmaci contenenti paracetamolo e codeina, poiché la codeina, un oppioide, può risultare positiva ai test.

Per quanto riguarda i test delle urine, alcuni studi hanno segnalato rari casi di falsi positivi al THC in individui che avevano assunto ibuprofene. Tuttavia, questi risultati non si applicano ai test salivari, che utilizzano metodologie di analisi differenti.

Falsi Positivi nei Test Alcolimetrici

Un altro punto di discussione riguarda i falsi positivi nei test dell’alcol dovuti all’uso di prodotti contenenti etanolo, come il collutorio. Studi hanno dimostrato che l’uso di un collutorio alcolico può temporaneamente alterare i valori dell’etilometro, con picchi fino a 2,98 g/l, ben oltre il limite legale. Tuttavia, l’effetto svanisce entro cinque minuti, poiché l’etanolo viene rapidamente eliminato dalla saliva.

Le forze dell’ordine adottano protocolli specifici per evitare risultati alterati, effettuando due test etilometrici a distanza di dieci minuti l’uno dall’altro, garantendo l’affidabilità dell’analisi.

Conclusioni e Prospettive Regolamentari

  • Il THC nella saliva è rilevabile fino a un massimo di 24 ore, con una media di 12 ore;
  • Non vi sono evidenze che il paracetamolo o l’ibuprofene causino falsi positivi nei test salivari;
  • I test attualmente utilizzati in Italia hanno soglie di rilevazione differenti, il che può portare a esiti discordanti;
  • L’uso di collutorio alcolico può temporaneamente alterare l’etilometro, ma l’effetto svanisce rapidamente.

Le recenti modifiche normative hanno rafforzato i controlli sulla guida sotto effetto di sostanze stupefacenti, rendendo il sistema più stringente. Tuttavia, per evitare disparità nei controlli, è essenziale uniformare i protocolli di rilevazione. La standardizzazione dei metodi diagnostici garantirà maggiore equità nell’applicazione della normativa vigente, fornendo un quadro normativo più chiaro e uniforme per tutti i conducenti.

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