La norma non è di ultima creazione. Una disposizione simile era, infatti, già esiste da tempo, ma riguardava solo precisi e ristretti ambiti regionali, in Lombardia e Lazio.
Tuttavia, è solo con la recente attuazione del Decreto Madia che l’automobilista inadempiente rischia di veder cancellato l’inserimento del proprio veicolo dal Pubblico Registro Automobilistico.
I motivi di ricorso con cui si impugna il provvedimento di cancellazione possono essere sia l’avvenuto pagamento della tassa, sia l’avvenuta prescrizione dell’obbligo al pagamento. In particolare è importante tenere bene a mente che il termine di prescrizione per il pagamento del bollo, previsto dalla legge, è di 3 anni, motivo per cui la cancellazione sarà illegittima, e quindi impugnabile, se in questo stesso lasso di tempo sia intervenuta la prescrizione della prima delle tre annualità, non essendo intanto stato fatto alcun sollecito di pagamento all’automobilista.
L’importanza dell’impugnazione, in caso di provvedimento di cancellazione illegittimo, si coglie, soprattutto, considerando le conseguenze previste dalla Legge nel caso di circolazione del veicolo a cui sia stato applicato il provvedimento della cancellazione: multa pecuniaria da un minimo di 419,00 euro ad un massimo di 1.682,00 euro, con confisca definitiva del mezzo per il proprietario.
Alla luce di tutto quanto chiarito, oggi ancor più di ieri, non è saggio rischiare e sperare solamente nel trascorrere a noi favorevole del tempo per invocare la prescrizione della tassa; le sanzioni possono essere ben salate per una tale nostra “disattenzione” che non sia supportata da validi motivi a sostegno di un successivo fondato ricorso!